Qualcosa di semplice sulla neve
Guido Cupani postfazione Francesco Tomada fotografia in copertina Renzo Furlano Collana versi_diversi 04/2013 ISBN 9788895384269
Forse grazie alla sua formazione scientifica, semplice sul la neve Guido Cupani privilegia un approccio empirico nell’osservazione del reale, ma la tempo stesso sa che incanalare il vissuto in formule note è riduttivo o, meglio, impossibile. Le parole spesso partono dalla quotidianità e dalla terra, per poi liberarsi e cercare da sole il loro compimento. Ne deriva una poesia rastremata, leggera e densa al tempo stesso, in cui si aprono epifanie improvvise come porte per accedere ad una interiorità possibile. Francesco Tomada
Guido Cupani è nato a Pordenone il 29 giugno 1981. Abita a Trieste, dove lavora presso l’osservatorio astronomico. Ama le coincidenze, la grammatica, i quasar, il pomeriggio, la birra, gli insetti di cui non conosce il nome. Ha esordito nel 2011 con la raccolta di poesie Le felicità, pubblicata da Samuele Editore. Sempre per Samuele Editore ha curato nel 2012 il volume Lettere – a te e nel 2013 la traduzione della silloge Nel santuario di Patrick Williamson. Tra le iniziative a cui ha partecipato ricordiamo la Festa di Poesia di Pordenone (edizioni 2010 e 2011) e i Notturni Di_versi di Portogruaro (edizioni 2011 e 2012). È membro di giuria del premio nazionale di poesia Mario Momi di Pordenone. Scrive con la mano sinistra.
In memoriam R. P. W.
Considerate un momento
Robert Pershing Wadlow
che torreggiava
sulle prime quattro lettere di Illinois
e aveva un letto lungo un weekend
da venerdì a lunedì
ma piedi fragili
come la statua che vide in sogno
Nabucodonosor
Di certo era gentile
e sebbene il libro dei record non ne parli
lo si immagina facilmente in primo banco
a cantare le lodi
ripiegato come un metro da falegname
Portava in giro desideri
non più leggeri dei nostri
in un’aria più leggera
e sorrideva ai fotografi
perché ognuno deve fare il suo lavoro
Forse doveva risparmiare sul tempo
quel che aveva sprecato in altezza
e morì ventiduenne
(dissero i dottori) ancora intento a crescere
Lasciò soltanto la sua scarpa destra
a Mr Snyder di Manatee
vuota come un punto di domanda
E forse non seppe mai
perché Dio l'avesse mandato qui
ad essere il più alto
e niente più
Nuovo discorso da una montagna antica
Beati coloro che imparano
sull’autobus che scala il purgatorio mattinale
l’inutile di litigare per un posto – siamo tutti accatastati
nel sacchetto come articoli a basso costo
e non è meno scomodo occupare il corridoio
per chi scende o attendere davanti al predellino
per chi sale o ripiegarsi nello scatto delle porte –
beati coloro che lo imparano
senza alzare la voce
prima della sera del tempo prima delle macchie sulle mani
perché il regno dei cieli comincia un lunedì di traffico
e segni inconfondibili proclamano
che il capolinea è vicino
Beati coloro che si aggrappano
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