Le linee di Nazca
Autore Stefano Moratto in copertina opera di Luciano de Gironcoli postfazione di Francesco Tomada impaginazione Renzo Furlano collana “100” 2015 plaquette stampata in 100 esemplari ISBN 978-88-95384-36-8
Come raccogliere tutto in meno di dieci poesie, come declinare le parole in diverse lingue, come riuscire ad indignarsi, a gridare la rabbia e insieme commuoversi nella tenerezza: è tutto qui, in questa manciata di testi che percorrono l’universo di Stefano Moratto, universo che è il nostro Nordest ma anche la terra di qualsiasi persona abbia in sé una coscienza e una sensibilità viva. La poesia di Stefano è come un albero, dalle radici riceve l’appartenenza alla terra e l’attrito dello scavo nella crescita verso il basso, dalla chioma la capacità di guardare lontano, vedere le miserie del mondo e intanto continuare a cercare il sole. Francesco Tomada
Stefano Moratto è di Morsano al Tagliamento. Negli anni ’90 ha partecipato all’esperienza di “Usmis” (movimento /rivista di culture rivoluzionarie friulane e planetarie) e, dopo, ha fatto parte del collettivo poetico dei Trastolons che nel 1998 hanno pubblicato l’antologia “Tons Trastolons” e nel 2001 “Tananai”. Nel 2001 esce anche il suo romanzo “Donald dal Tiliment”, che nel 2007 diventa un radiodramma trasmesso dalla radio Rai regionale. Nel 2006, con Giorgio Cantoni, gira “Mugulis. I ultins piratis dal Tiliment”, video che vince il primo premio alla Mostre dal Cine Furlan. Nel 2010 pubblica, con la casa editrice KV la raccolta di poesie “Isulis”. Di prossima pubblicazione il romanzo in friulano “Kebar Krossé”.
Lis liniis di Nazca
Come a cirî alc
sgarfâlu fûr di tiaris magris
sgrifâsi tai bârs che l’aiar al môf…
Chistis stradis che a savarin
di Cividât a Buri
di Manzan al nie
chist a son
Tornâ a vê une gjeometrie piardude
une mape par spietâ i dius
une misure
un orloi
un agâr…
Cuatri frutats di gnot
sul asfalt sut
a pissin di bessôi
Le linee di Nazca
Come a cercare qualcosa / scavarlo fuori da terre
magre / graffiarsi nei cespugli che il vento muove… /
Queste strade che delirano / da Cividale a Buttrio / da
Manzano al nulla / questo sono / Riavere una
geometria perduta / una mappa per attendere gli dei /
una misura / un orologio / un solco… // Quattro
ragazzi di notte / sull’asfalto asciutto / pisciano da soli
Sisifo
Quando si vince è solo un morso
non c'è un deposito
non c'è un accumulo
e sembra davvero che la condanna
sia una pietra da ricominciare
a rotolare senza fine mai
Ecco
Oggi io la vorrei ferma quella pietra
la vorrei piena e in faccia a tutti
come un sole
e che ai bambini domani si insegnasse
cosa avvenne nel Rojava
cosa accadde a Kobanê
Primavere
La mia paura è che siamo noi
quei morti abbandonati nelle piazze
quei caroselli di colpi da auto scoperte e arrangiate per la guerra
Siamo noi quei volti di pidocchi festanti
che urlano alle televisioni
fieri
in divise a righe di qualche squadra
d'Europa
Quei morti che sono sempre un niente
così lontano
luoghi dove la guerra è meritata
dov'è il guadagno uguale di ogni giornata
La mia paura è che siamo noi quel cane malato e lento
che da lontano torna
a riportare il suo tormento
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