4/12 "Ferro batte ferro" di Pino Roveredo
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- 19 nov 2017
- Tempo di lettura: 1 min
Ferro batte ferro di Pino Roveredo
Editore: Bottega Errante
Collana: Camera con vista
Anno edizione: 2017
Si dice "Garante per le persone private della libertà personale". S'intende chi entra nelle carceri per capire, parlando con i detenuti, cosa si può fare per migliorarne le condizioni. Non è uno di quei compiti da svolgersi al riparo di una scrivania e dietro lo schermo di un pc. E nemmeno un ruolo per cui è sufficiente il pelo sullo stomaco. Ma questa è la fine della storia. L'inizio della parabola che ci narra Pino Roveredo è il giorno del suo arresto e le settimane in cui lui era il carcerato. Un libro fatto di storie, umanità, poesia e rabbia, di libertà negate e di sogni. Un'analisi lucida sulla condizione delle carceri, sul mondo invisibile di un'istituzione totale, sulle relazioni umane tra i detenuti, sulla privazione del tempo e dello spazio. Con la sua straordinaria prosa, Roveredo si pone ancora una volta dalla parte degli ultimi, di coloro che sono rinchiusi in una cella e che non hanno possibilità di riscattare una vita di salite.
Pino Roveredo è nato a Trieste nel 1954. Ha scritto racconti, romanzi, testi teatrali. Si è sempre occupato di ultimi, dai reclusi per decenni negli ospedali psichiatrici ai tossicodipendenti; è garante dei detenuti del Friuli Venezia Giulia. Dopo l’esordio nel 1996 con Capriole in salita ha vinto il premio Campiello nel 2005 con Mandami a dire. Per Bompiani ha pubblicato anche Caracreatura, Attenti alle rose, La melodia del corvo, Mio padre votava Berlinguer, Ballando con Cecilia e Mastica e sputa.

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